Google ha nobili natali, si ispira infatti sulla classificazione delle pubblicazioni scientifiche secondo un principio estremamente semplice: più un articolo è citato nella comunità scientifica più sarà ritenuto importante.
Uno dei suoi fondatori Larry Page pensò che lo stesso metodo si potesse applicare anche ai link del web che altro non sono se non citazioni, così si creò il Page Rank un algoritmo che assegna un valore a tutte le pagine in rete sul principio delle citazioni.
Il seo (serch engine optimization) altro non è che l’insieme di attività finalizzate a migliorare la rilevazione e l’analisi dei siti web per aumentarne il Page Rank e quindi il posizionamento sulla serp (lo so, il mondo ama gli acronimi) ossia la pagina dei risultati di un motore di ricerca, nel nostro caso Google.
Sempre parlando di Google Plus, tra le sue varie funzionalità si accenna ogni tanto ad una cosa che a mio avviso raccoglie tutto lo spirito del progetto plus, ossia quello di “metterci la faccia”, sto parlando dell’Author Rank, un aggiornamento dell’algoritmo del Page Rank volto a premiare l’autenticità di siti, blog o post e declassare l’anonimato secondo il principio che le pagine di autori riconoscibili sono più affidabili.
I criteri per valutare un autore sono: il numero di persone nelle sue cerchie e la loro “forza” (ossia il loro numero di follower), l’attività di social media (+1, mi piace, tweet ecc), la quantità e la qualità dei commenti (anche se quest’ultimo parametro è piuttosto difficile da valutare), la “forza” di coloro che interagiscono con l’autore, la consistenza di link in entrata al contenuto dell’autore e in fine l’autorità del sito o del dominio in cui l’autore appare.
Risulta evidente come la presenza in G+ per chiunque voglia apparire nella serp diventa una cosa non opzionale.
Quindi in sintesi l’Author Rank, modifica e migliora i risultati del motore di ricerca permettendo di visualizzare per primi i contenuti ritenuti più affidabili.
Altro fattore che modifica la lista dei risultati è la Social Serch (ora integrata da My Answer, ma ci arriveremo). La Social Serch è quel filtro che condiziona i risultati della ricerca in base alle nostre attività sociali, ossia guarda innanzitutto se ciò che cerchiamo sia già all’interno dei contenuti generati dai propri amici, offrendo una ricerca più mirata e personalizzata.
L’ultima frontiera del Social Serch è My Answer ossia la fusione dei contenuti privati e social coi contenuti del web. Un esempio in questo caso può spiegare meglio di mille definizioni, se su Gmail mi arriva la mail di conferma dell’acquisto di un volo da una compagnia aerea digitando su Google “A che ora ho il volo” il motore di ricerca restituirà le informazioni relative al mio volo, fondendo dati che riesce ad estrapolare da Gmail al web, e allo stesso modo per hotel o viaggi digitando “mia prenotazione”.
I contenuti in My Answer si classificano sotto tre nomi: Only You, quei contenuti personali che posso vedere soltanto io, Limited che sono quei contenuti visti da una ristretta cerchia di persone, come ad esempio la pagina business di un hotel presente nelle mie cerchie , ed infine Pubblic, relatà visibili da tutti.
Ultima cosa da accennare riguardo al miglioramento del seo è sui nofollow; come si è detto la serp viene influenzata da molti fattori tra cui il numero di volte che in un sito, post, blog o pagina compare un nostro link, bene questo link non dev’essere nofollow, un link nofollow è un link che non contribuisce in alcun mondo al Page Ranking, purtroppo quasi tutti i link G+ sono nofollow per evitare problemi di spam, pochissimi sono i link dofollow (termine convenzionale per indicare link rilevanti nel Page Ranking) ma con tutta probabilità probabilmente è solo la pagina di Obama e poche altre a possederlo.
Per ovviare a questa cosa come sempre è bene puntare sulla condivisione e sul contenuto, in poche parole in una sana conversazione come si è parlato prima, allora i follower e i conseguenti miglioramenti in seo arriveranno da soli.